Netjerduai ("Dio mattutino"; anche Seba-dja, "Astro transitante" e Seba-dja-Benu, "Astro transitante di Benu") è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto. Nella mitologia e nell'astronomia egizie, Netjerduai personificava, già a partire dall'Antico Regno, il pianeta Venere.
Antico Regno
Nell'Antico Regno Netjerduai era percepito come un compagno del faraone defunto, incaricato di fare strada allo spirito di quest'ultimo attraverso il cielo; era infatti credenza dell'epoca che il re morto ascendesse al cielo congiungendosi agli astri. Inoltre, Netjerduai simboleggiava lo stesso faraone "a nome di Anubi - soprintendente della sala divina - che tramonta come l'astro del mattino". Netjerduai ebbe anche l'epiteto più tardo di "Circondato dai campi-Aaru" (la residenza delle anime dei giusti). Il faraone defunto era assimilato al bagliore dello stesso "astro mattutino" Netjerduai, di cui condivideva, in tale epoca, la manifestazione sotto forma di un falco divino - di Uadjadj "che nasce dal cielo" e di Horduati ("Horus del mattino"), una forma di Horus:
Riassumendo, Netjerduai, divinità del pianeta Venere, poteva simboleggiare il faraone nei connotati di Anubi ma anche essere espresso sia come falco (Uadjadj) che, specificamente, come uno degli innumerevoli aspetti Horus (Horduati); inoltre, il faraone defunto era comparato alla luce emanata da questo dio-astro.
Iconografia
Le uniche rappresentazioni finora note del dio Netjerduai risalgono all'epoca greco-romana. È rappresentato come un uccello con sei zampe, quattro ali e becco a forma di serpente: la medesima iconografia del dio Sebeg del pianeta Mercurio, il che sembra suggerire un'ipotetica fusione dei due nell'entità di Netjerduai-Sebeg. Inoltre, Netjerduai è attestato nella forma di uomo dalla testa di falco sormontata da un disco solare, in piedi su una barca.
Note



