Palazzo Galletti è un edificio storico del centro di Firenze, situato in via Sant'Egidio 12.
Storia
Il palazzo risulta edificato dalle fondamenta con la demolizione di alcune case preesistenti, tra il 1831 e il 1833, dall'architetto Vittorio Bellini (coadiuvato dal l'ingegner Antonio Catelani) per Vincenzo Batelli, imprenditore tipografo, per servire sia da abitazione sia da calcografia e tipografia. Attorno alla metà dell'Ottocento, tuttavia, le difficoltà economiche del proprietario portarono a dividere la proprietà, riservando pochi vani a una piccola stamperia.
Nell'ultimo Ottocento qui ebbe sede l'Istituto Nencioni dove insegnò, giovanissimo, Giosuè Carducci. In un appartamento al primo piano del palazzo nacque, nel 1879, lo scrittore Bruno Cicognani, che così ricordava nei suoi scritti il luogo: "Chi passi per Firenze da via S. Egidio, per andare verso il mercatino di San Pierino, è colpito dall'aspetto singolare d'un quasi-palazzo (...). Dal portone aperto, grandissimo di bronzo, si intravede l'ingresso con un colonnato. Se alzi poi gli occhi alla facciata, vedi al primo piano fatto a archi quattro vaghissime statue - le quattro Stagioni - nelle loro nicchie a fianco dei tre archi centrali, ciascuno dei quali ha il suo terrazzino. La stessa simmetria d'archi e di terrazzini al piano secondo che non ha però statue. Semplice il terzo e, sopra nel mezzo, il castello dell'orologio".
Oggi ospita una struttura ricettiva, la scuola di lingua italiana Europass e il centro di formazione per insegnanti di Europass.
Descrizione
La facciata, con bozze di pietra per tutta l'altezza del piano terreno, si presenta caratterizzata da quattro nicchie poste ai lati del primo piano, con le statue (collocate nel 1843 ca.) della Primavera, di Lorenzo Nencini, dell'Estate, modellata da Giovanni Insom, dell'Autunno, di Francesco Orzalesi, dell'Inverno, di Niccolò Bazzanti. Il progetto di decoro voluto da Vincenzo Batelli (che ricordiamo come promotore dell'impresa volta a collocare nelle nicchie del loggiato degli Uffizi le statue degli Uomini Illustri della Toscana) vedeva poi il fronte sormontato da una mostra di orologio e, nell'atrio, sistemate una statua di Minerva dello stesso Niccolò Bazzanti, un Arpocrate dio del silenzio di Emilio Santarelli (queste due statue non in loco attualmente), e quattro busti dei poeti Dante Alighieri, Francesco Petrarca (ambedue del Bazzanti), Ludovico Ariosto (di Girolamo Torrini) e Torquato Tasso (di Tommaso Bandini).
Lo spazio si caratterizza anche per la presenza di una vera e propria selva di colonne doriche dipinte a finto marmo, e per la volta affrescata con puttini reggenti cartigli con motti. Notevoli le bande di bronzo del portone d'ingresso, databili attorno al 1843 e gettate dall'officina Moreni Tognozzi su disegni dell'incisore Luigi Finocchi. Sulla soglia d'ingresso è la data 1844.
Al piano nobile sono numerosi gli affreschi in stile coevo all'architettura, risalenti alla prima metà del secolo.
Note
Bibliografia
- Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, pp. 370-371, n. 120;
- Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 153, n. 355;
- Giuseppe Formigli, Guida per la città di Firenze e suoi contorni, nuova edizione corretta ed accresciuta, Firenze, Carini e Formigli, 1849, pp. 290-291;
- Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d’osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, pp. 235-236;
- L’illustratore fiorentino. Calendario storico per l’anno ..., a cura di Guido Carocci, Firenze, Tipografia Domenicana, 1880, pp. 119-120;
- Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 272;
- Giovanni Fanelli, Firenze architettura e città, 2 voll. (I, Testo; II, Atlante), Firenze, Vallecchi, 1973, I, p. 391; II, p. 173, figg. 860-862;
- Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, I, 1977, p. 328;
- Carlo Cresti, Luigi Zangheri, Architetti e ingegneri nella Firenze dell’Ottocento, Firenze, Uniedit, 1978, p. 55;
- Franco Borsi, Firenze: la cultura dell’utile, schede a cura di Paola Maresca, Firenze, Alinea Editrice, 1984, pp. 110-111;
- Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, II, p. 570;
- Claudio Paolini, Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce a Firenze, Firenze, Paideia, 2008, pp. 192-193, n. 292;
- Andrea Cecconi, Le case della memoria. Un itinerario letterario nella Firenze del ‘900, Firenze, Giampiero Pagnini Editore, 2009, pp. 68-69;
- Claudio Paolini, Architetture fiorentine. Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce, Firenze, Paideia, 2009, pp. 269-270, n. 382.
- Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, p. 159.
- Palazzo Galletti: la nostra scuola nel cuore di Firenze, Europass Italian Language School, 2021
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Galletti
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su Residenza d'epoca Palazzo Galletti, B&B. URL consultato il 30 maggio 2011.
- Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL).




